La Costituzione è Legge fondamentale dello Stato italiano (art. XVIII disp. trans. e finali)

La Democrazia è Sovranità che appartiene al Popolo (art. 1 Cost.)... che la esercita nelle forme stabilite dalla stessa.

Tali forme comprendono la Democrazia Rappresentativa (art. 55 Cost.) esercitata dai cittadini eletti; e la Democrazia Diretta (artt. 50, 56, 58, 71, 75, 102 e 138) esercitata dai cittadini NON eletti.

Senza entrambe queste due forme non ci sarà mai nessuna Democrazia ma soltanto una Oligarchia.

2 mag 2012

A Rovereto (TN) proposta di Atto amministrativo Quorum Zero e Più Democrazia


Apprendiamo da Paolo Michelottoe pubblichiamo per invitare TUTTI a fare la stessa cosa in ogni Comune:
oggi abbiamo ricevuto la conferma ufficiale che il modulo è stato vidimato e quindi da domani a Rovereto (TN) raccoglieremo le firme Quorum Zero e Più Democrazia per l’iniziativa nazionale, per quella provinciale e per quella comunale.
Per la proposta di atto ammistrativo a livello comunale a Rovereto occorrono 200 firme autenticate e poi l’atto sarà discusso nella sede competente, nel nostro caso il Consiglio Comunale. Questa proposta chiede di togliere il quorum a livello comunale,portare dal 5% al 2% la percentuale necessaria di firme per attivare un referendum, rendere il referendum propositivo vincolante con procedura di attuazione da attivarsi entro 60 giorni, di abbinare i referendum comunali alle votazioni nazionali ed europee.
Un grande ringraziamento al Segretario Comunale e alla sua assistente dott.ssa Ferrari per aver aiutato a scrivere in termini procedurali la richiesta, in modo che possa poi essere discussa velocemente e senza impedimenti “tecnici”.
Da domani il modulo firme sarà a disposizione all’ufficio elettorale di Rovereto (TN) (insieme ai già presenti moduli dell’iniziativa nazionale e provinciale) e poi in tutti i banchetti che abbiamo organizzato a partire da quello del 5 maggio.
Sarebbe bello se anche altre città attivassero una iniziativa comunale insieme a quella nazionale sullo stesso tema. E se alla fine quando andremo a depositare le firme a Roma, centinaia di città depositassero richieste analoghe nel proprio consiglio comunale (a Sesto San Giovanni stanno raccogliendo firme per un referendum sull’abolizione del quorum, noi l’avevamo già fatto nel 2009 e per 3 anni ci è proibito ripetere sullo stesso argomento).
Ecco il testo completo e il modulo in doc e in pdf.
Proposta di atto amministrativo
Quorum Zero e
Più Democrazia
  1. Relazione illustrativa della proposta di atto amministrativo di competenza dell’amministrazione comunale
Premessa
- Negli stati in cui c’è un uso consolidato dei referendum, come in Svizzera e in 23 stati degli USA (tra cui California, Oregon), non esiste il quorum.
- In Irlanda, Spagna, Regno Unito, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Islanda, Finlandia non è previsto il quorum nei referendum nazionali.
- Con sentenza del 2-12-2004 n.372 la Corte di Cassazione ha stabilito che l’art.75 della Costituzione che prevede il quorum a livello nazionale, non comporta l’obbligo del quorum per i referendum previsti negli statuti degli enti locali.
- La validità delle elezioni nazionali, comunali, provinciali e regionali in Italia non è condizionata da alcun quorum.
- Nel 2010 l’affluenza alle elezioni comunali di Rovereto nel secondo turno fu del 53,90 %
- Nel 2010 l’affluenza a Rovereto alle elezioni per la Comunità di Valle fu del 35,12%
- In Italia esiste il referendum confermativo delle leggi di modifica costituzionale che non prevede alcun quorum.
- Il quorum a livello locale non è previsto in nessuna legge che regola gli enti locali, e nemmeno nel Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali – D. Lgs. 18 Agosto 2000, n. 267 e neppure nella legge regionale del Trentino Alto Adige  DPReg. articolo 75 del 1-02-2005 n3/L.
- In Italia esistono almeno 10 comuni con quorum zero e sono:
Verano (BZ) dal 2005 il quorum è 0%
Ortisei (BZ) dal 2006 il quorum è 0%
La Val (BZ) dal 2006 il quorum è 0%
Fiè (BZ) dal 2006 il quorum è 0%
Villa Lagarina (TN) dalla fine 2009 il quorum è 0%
Lana (BZ) dal 2010 il quorum è 0%
Varna (BZ) dal 2010 il quorum è 0%
Dobbiaco (BZ) dal 2010 il quorum è 0%
Terento (BZ) dal 2010 il quorum è 0%
Sassello (SV) dal 2012 il quorum è 0%
- In Baviera, nel 1998, la Corte Costituzionale Bavarese ha imposto il quorum nei referendum. Il quorum fissato varia a seconda della grandezza della città: per città fino a 50.000 abitanti, ossia della grandezza di Rovereto, esso è del 20%. Questo valore, apparentemente basso, permette ancora il boicottaggio delle forze politiche al governo e fa sì che il 40,5% dei referendum vengano invalidati per non raggiungimento del quorum, tanto che le autorità del Laender Baviera stanno pensando a una sua riduzione al 15%.
Obiettivi
Uno dei principi fondamentali sui quali si basano i moderni stati di diritto è che i cittadini sono i titolari del potere politico. Essi provvisoriamente e per ragioni pratiche danno mandato ai loro rappresentanti scelti con le elezioni, che si occupino della gestione della cosa pubblica, ma rimangono i pieni titolari del potere politico che da loro il diritto di proporre petizioni, iniziative e referendum qualora lo ritengano opportuno, raccogliendo un adeguato numero di firme.
Con lo strumento del referendum, i cittadini possono sottoporre ai loro concittadini proprie richieste su fatti rilevanti che coinvolgono la vita della comunità, oppure proporre di cancellare un atto introdotto dagli amministratori.
Purtroppo questo strumento dalle grandi potenzialità è stato introdotto dai nostri amministratori con una grave limitazione, quella della necessità del raggiungimento di un quorum obbligatorio del 50% + 1 degli aventi diritto al voto, affinché la consultazione referendaria sia valida.
Apparentemente la motivazione del quorum sembra nobile: stimolare una grande partecipazione dei cittadini. Sembra una ragione giusta e condivisibile, ma quando si approfondisce l’argomento si scopre che in realtà la presenza del quorum diminuisce la partecipazione. Sembra un paradosso, ma i risultati di anni di consultazioni referendarie mostrano proprio questo effetto e il motivo è semplice: chi si oppone al referendum, il fronte del NO, ha scoperto che vince molto più facilmente boicottando il referendum, ossia invitando al NON VOTO, piuttosto che combattendo con le sue ragioni.
Con il boicottaggio somma il NO agli astenuti, e questo fa vincere il NO scorrettamente perché somma il NO a chi si astiene per mille ragioni.
Chi fa boicottaggio ha interesse che ci sia il più alto numero di astenuti e quindi invita esplicitamente al NON VOTO, non fa campagna elettorale, non affigge manifesti, non partecipa alle serate pubbliche, non scrive ai giornali, non si fa intervistare sull’argomento. Fa tutto il possibile perché non si parli del referendum. Infatti, meno se ne parla e meno cittadini andranno a votare.
Solitamente chi comanda ed ha potere economico e mediatico utilizza il quorum e il boicottaggio, come strumenti per far vincere il NO.
Chi propone il referendum, invece, ossia i cittadini, non ha soldi e potere per contrastare questo muro quasi impossibile da valicare.
Per far funzionare l’unico strumento che dà un minimo di potere ai cittadini, il referendum, e per aumentare l’affluenza al voto, occorre che il NO, se vuole vincere, faccia campagna elettorale, come il SI’. Per ottenere una competizione giusta, occorre togliere il quorum. Solo in questo caso tutte le parti faranno campagna per la loro posizione e così la votazione verrà portata realmente alla conoscenza dei cittadini. Come in Svizzera e negli USA.
Varie sono le conseguenze della presenza del quorum.
La prima è di carattere economico: decine di migliaia di euro vengono spesi per organizzare consultazioni che non portano a nessun risultato concreto.
La seconda è un calo di interesse e di fiducia da parte dei cittadini verso gli strumenti di democrazia e verso l’amministrazione della propria comunità.
La terza è che minoranze dotate di potere economico e mediatico, sfruttando il boicottaggio riescono a prevalere su maggioranze non informate adeguatamente.
Per queste ragioni, la nostra proposta è l’abolizione del quorum referendario, ossia il far sì che questo tipo di consultazioni sia valido qualunque sia il numero di elettori che ad esso vi partecipi.
Costi
La democrazia in tutte le sue forme ha un costo. Una giornata di consultazione referendaria all’anno, ha costi paragonabili ad esempio all’investimento effettuato per un Festival cittadino e minore degli addobbi natalizi, ma è un investimento che garantisce nel lungo termine maggiore efficienza amministrativa, maggiore fiducia dei cittadini nei propri amministratori, scelte condivise sulla città, risparmi in tutti i settori su cui i cittadini possono intervenire. In sintesi una migliore qualità di vita. Inoltre chiediamo l’abbinamento dei referendum comunali alle votazioni nazionali ed europee per risparmiare in modo significativo i costi.
Proposta
Pertanto, il comitato per “Quorum Zero e Più Democrazia” e i Verdi Rovereto invitano la Giunta Comunale a:
- togliere il quorum, per ritenere una votazione referendaria valida, modificando o abrogando l’art 30 comma 4 del “Regolamento Comunale per l’Esercizio dei Diritti di Informazione e di Partecipazione dei Cittadini” del Comune di Rovereto, la votazione deve essere valida qualunque sia il numero dei partecipanti al voto;
- stabilire di inviare a casa di tutte le famiglie roveretane un opuscolo informativo sui temi posti a votazione referendaria, sull’esempio di quanto già avviene in Svizzera, in Baviera e in California. In detto opuscolo devono essere riportate le posizioni dell’amministrazione e con pari spazio, quelle del comitato promotore.
- abbinare i referendum comunali di Rovereto alle votazioni nazionali e europee (come accade nel Comune di La Spezia, Milano e Gorizia), per ottenere unrisparmio economico per l’ente comunale e quindi per i contribuenti (i referendum da soli costerebbero 30-50.000 euro secondo l’ufficio elettorale comunale, abbinati alle votazioni nazionali ed europee, la spesa si ridurrebbe alla sola stampa delle schede) e per aumentare l’affluenza al voto e innalzare la fiducia dei cittadini verso gli strumenti di partecipazione democratica.
- rendere l’esito del referendum propositivo vincolante per l’amministrazione.
- abbassare il numero di firme necessarie per attivare il referendum dall’attuale 5% al 2% degli elettori (come era fino al 2009), considerando che a livello nazionale sono necessarie solo l’1% delle firme degli elettori.
  1. Testo della proposta di atto amministrativo (in forma di schema di deliberazione o articolato) corredata dall’indicazione dell’eventuale spesa prevista o dell’eventuale riduzione di entrata e dei mezzi occorrenti per far fronte a tali oneri
IL CONSIGLIO COMUNALE
delibera
  1. di modificare lo Statuto comunale, approvato con deliberazione consiliare n. 20 di data 13 maggio 2009, come di seguito indicato:
  1. all’articolo 10, comma 3, lettera a) sostituire le parole “5%” con le parole “2%”
  2. all’articolo 10, introdurre il comma 9 bis con il seguente testo: “In caso di referendum propositivo, qualora il risultato della votazione sia favorevole alla proposta, l’Amministrazione comunale, entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati dà avvio al procedimento di attuazione”;
  3. all’articolo 10, comma 10 dopo le parole “Il risultato del referendum consultivo” togliere le parole “o propositivo”

  1. di modificare il Regolamento per i diritti di informazione e partecipazione dei cittadini, approvato con deliberazione del consiglio comunale n. 16 di data 23 marzo 2010, nelle seguenti parti:
  1. all’articolo 30, il comma 4 viene sostituito con il seguente testo:”4. La proposta soggetta a referendum, qualunque sia il numero dei partecipanti al voto, è approvata se ha ottenuto la maggioranza dei voti validamente espressi”.
  2. all’articolo 22, sostituire il comma 2. con il seguente testo: “Le consultazioni referendarie vengono effettuate in una unica tornata annua, riunite in una unica giornata, di domenica, non in coincidenza con altre operazioni di voto a livello comunale e provinciale. La tornata referendaria deve coincidere con le eventuali altre operazioni di voto a rilevanza nazionale ed europea. In questi casi le operazioni di voto si svolgeranno con la stessa durata.
  3. al titolo dell’articolo 35 togliere le parole “ a mezzo manifesti”
  4. all’articolo 35, comma 8 aggiungere il seguente nuovo testo : “Nel periodo di cui al comma 1 deve essere diffuso, a cura e spese dell’Amministrazione comunale, un opuscolo informativo, inviato a ciascuna famiglia, nel quale, assegnando il medesimo spazio di almeno una pagina, vengano rappresentate le ragioni insindacabili dei favorevoli e dei contrari, a condizione che i contenuti non contrastino con norme penali”
  5. all’articolo 39 dopo il comma 1 aggiungere il comma 1 bis. Con il seguente testo: “In caso di referendum propositivo con esito positivo, l’Amministrazione comunale, entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati, dà avvio al procedimento di attuazione.”
  6. all’articolo 39 al comma 2 togliere le parole “o propositivo”
  7. all’articolo 39 al comma 3 aggiungere la parola “consultiva”dopo “consultazione referendaria”
  8. all’articolo 39 al comma 4 aggiungere la parola “consultiva”dopo “consultazione referendaria”


TESTO DELLO STATUTO COMUNALE INTEGRATO CON LE MODIFICHE :

Art. 10 – Referendum

1.  Possono essere richiesti referendum abrogativi, consultivi o propositivi in tutte le materie di competenza comunale di interesse locale, nei limiti e con le modalità di cui al presente statuto ed al regolamento.
2.  Hanno diritto di voto gli iscritti nelle liste elettorali per l’elezione del consiglio comunale e i cittadini residenti che alla data della votazione del referendum abbiano compiuto il sedicesimo anno di età e siano in possesso degli altri requisiti necessari per l’esercizio del diritto elettorale attivo alle elezioni comunali.
3.  Il referendum può essere richiesto da:
a) 5% 2% dei cittadini aventi diritto al voto, come risulta dalle liste elettorali al 31 dicembre dell’anno precedente;
b) quattro consigli circoscrizionali, con il voto favorevole della metà più uno dei consiglieri assegnati;
c) il consiglio comunale, con il voto favorevole della metà più uno dei consiglieri assegnati.
4.  I referendum possono avere ad oggetto proposte di deliberazione di iniziativa popolare, proposte di revoca di deliberazioni del consiglio, ovvero esprimere indirizzi su orientamenti o scelte di competenza del comune.
5.  Non possono essere sottoposti a referendum:
a) lo statuto, i regolamenti del consiglio comunale e dei consigli circoscrizionali;
b) il bilancio preventivo e quello consuntivo, l’assunzione di mutui, l’emissione di prestiti, provvedimenti concernenti tributi e tariffe, ad eccezione del referendum consultivo sulla proposta di aumento di tributi e tariffe comunali da destinare al miglioramento di servizi pubblici;
c) gli atti relativi al personale del comune;
d) i provvedimenti relativi a elezioni, nomine, designazioni, revoche o decadenze;
e) gli atti inerenti la tutela dei diritti delle minoranze etniche, linguistiche e religiose;
f) le questioni che sono state oggetto di consultazione referendaria nei tre anni precedenti;
g) le questioni che riguardino esclusivamente una parte della popolazione comunale.
6.  La proposta di referendum è articolata in unica domanda formulata in modo breve e chiaro.
7.  Entro sessanta giorni dalla presentazione, la proposta deve essere sottoposta al giudizio di ammissibilità da parte di un comitato formato da tre garanti ed eletto dal consiglio comunale.
8.  Il regolamento disciplina le modalità di nomina e di funzionamento del comitato dei garanti, determina i tempi, i modi e le condizioni per l’ammissibilità e la validità dei referendum, nonché le modalità del loro svolgimento.
9.  In caso di referendum abrogativo, qualora il risultato della votazione sia favorevole alla proposta, il Sindaco, con decreto da assumere entro cinque giorni dalla proclamazione dei risultati, dichiara l’abrogazione del provvedimento sottoposto a referendum, con effetto immediato.
9.bis In caso di referendum propositivo, qualora il risultato della votazione sia favorevole alla proposta, l’Amministrazione comunale, entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati, dà avvio al procedimento di attuazione.
10.  Il risultato del referendum consultivo costituisce una formale espressione della volontà dei cittadini particolarmente impegnativa rispetto alle successive decisioni degli organi comunali. Il consiglio comunale deve esprimersi sulla materia assoggettata a consultazione referendaria entro un mese dalla proclamazione della validità del referendum. L’eventuale mancato recepimento dell’esito della consultazione deve essere adeguatamente motivato e deliberato con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati.



TESTO DEL REGOLAMENTO DIRITTI INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI INTEGRATO CON LE MODIFICHE:

Art. 22 – Referendum ammessi – Data di effettuazione.
1. In ogni anno possono essere ammesse al massimo quattro consultazioni referendarie.
2. Le consultazioni referendarie vengono effettuate annualmente, in una unica tornata annua riunite in un’unica giornata di domenica, non in coincidenza con altre operazioni di voto a livello comunale e provinciale.La tornata referendaria deve coincidere con le eventuali altre operazioni di voto a rilevanza nazionale ed europea. In questi casi le operazioni di voto si svolgeranno con la stessa durata .
3. La data per l’effettuazione dei referendum è stabilita dal sindaco, sentiti i comitati promotori dei referendum, almeno sessanta giorni prima di quello in cui dovranno tenersi le consultazioni.
4. Il referendum non può aver luogo quando il consiglio comunale è sospeso dalle funzioni o sciolto.
5. Nel periodo di sei mesi antecedente la scadenza ordinaria del consiglio comunale, non possono avere svolgimento consultazioni referendarie. Per scadenza ordinaria del consiglio comunale si fa riferimento alle date dei turni elettorali indicate nel testo unico delle leggi regionali sulla composizione ed elezione degli organi delle amministrazioni comunali.

Art. 30 – Votanti e quorum di validità dei referendum.
1. Il procedimento per le votazioni per il referendum è improntato a criteri di semplicità ed economicità.
2. La votazione si svolge a suffragio universale, con voto diretto, libero e segreto.
3. Hanno diritto al voto gli iscritti nelle liste elettorali per l’elezione del consiglio comunale e i cittadini residenti che alla data della votazione del referendum abbiano compiuto il sedicesimo anno d’età e siano in possesso degli altri requisiti necessari per l’esercizio del diritto elettorale attivo alle elezioni comunali.
4. La proposta soggetta a referendum, qualunque sia il numero dei partecipanti al voto, è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza dei votanti alla elezione del consiglio comunale in carica e se è raggiunta ottenuto la maggioranza dei voti validamente espressi.
5. Le operazioni relative al referendum, comprese quelle preliminari, sono organizzate dall’ufficio comunale preposto alle consultazioni elettorali.

Art. 35 – Disciplina della propaganda a mezzo manifesti.
1. La propaganda relativa ai referendum comunali è consentita a partire dal trentesimo giorno antecedente a quello della votazione.
2. La propaganda mediante affissione di manifesti ed altri stampati è consentita esclusivamente negli appositi spazi predisposti e delimitati dal comune in numero non inferiore al minimo previsto dal secondo comma dell’art. 2 della legge 4 aprile 1956, n. 212 e successive modificazioni.
3. Gli spazi di cui ai precedenti commi saranno individuati e delimitati con deliberazione da adottarsi dalla giunta comunale prima del trentacinquesimo giorno precedente quello della votazione, attribuendo:
  1. una superficie di cm 70 x 100 a ciascun gruppo consiliare;
  2. un numero di superfici di cm 70 x 100 a ciascun comitato dei promotori di referendum, corrispondente ad un quarto di quelle complessivamente spettanti ai gruppi consiliari e comunque, non inferiore a uno.
4. Lo spazio per la propaganda è limitato alle sole superfici previste dal precedente comma, qualunque sia il numero delle consultazioni indette per ciascuna sessione referendaria. Il comitato dei promotori che partecipa alla consultazione con più referendum, ha diritto ad una sola assegnazione di superfici, nei limiti indicati dalla precedente lettera b).
5. I gruppi consiliari ed il comitato dei promotori possono consentire l’utilizzazione delle superfici loro attribuite da parte delle associazioni fiancheggiatrici e di altri soggetti che intendono partecipare alla propaganda referendaria, dandone avviso al comune.
6. Salvo diversi accordi comunicati per scritto dagli assegnatari, le posizioni delle superfici attribuite sono determinate mediante sorteggio.
      1. Per le affissioni di cui al presente articolo non è dovuto alcun diritto se le stesse sono effettuate a cura diretta degli interessati.
      2. Nel periodo di cui al comma 1 deve essere diffuso, a cura e spese dell’Amministrazione comunale, un opuscolo informativo, inviato a ciascuna famiglia, nel quale, assegnando il medesimo spazio di almeno una pagina, vengano rappresentate le ragioni insindacabili dei favorevoli e dei contrari, a condizione che i contenuti non contrastino con norme penali.


Art. 39 – Attuazione dei risultati del referendum.
      1. In caso di referendum abrogativo con esito positivo, il sindaco, con proprio decreto da assumere entro cinque giorni dalla proclamazione dei risultati, dichiara l’abrogazione del provvedimento sottoposto a referendum con esito immediato.
1 bis. In caso di referendum propositivo con esito positivo, l’Amministrazione comunale, entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati, dà avvio al procedimento di attuazione.
2. Il risultato del referendum consultivo o propositivo costituisce formale espressione della volontà dei cittadini particolarmente impegnativa rispetto alle successive decisioni degli organi comunali.
3. Il consiglio comunale, appositamente convocato entro un mese dalla proclamazione della validità del referendum, deve esprimersi sulla materia assoggettata a consultazione referendaria consultiva, individuando il piano delle iniziative da assumere per dare concreta attuazione alla volontà espressa dai cittadini.
4. L’eventuale mancato recepimento dell’esito della consultazione referendaria consultiva deve essere adeguatamente motivato e deliberato con il voto favorevole dei due terzi dei componenti il consiglio comunale.
  1. Individuazione dei tre rappresentanti per la proposta di atto amministrativo
Paolo Michelotto
Ruggero Pozzer
Paolo Fabris
  1. Domicilio e recapito di un referente
Paolo Michelotto – Via Unione 32 B – 38068 Rovereto (TN)
I sottoscritti firmatari esprimono il consenso e sono a conoscenza del fatto che i propri dati personali saranno trattati nel rispetto della normativa sul trattamento dei dati personali. Sono altresì informati del loro diritto, in forza dell’art. 13 della legge 30.06.2003, n. 196, di ottenere la conferma dell’esistenza di tali dati, la cancellazione, la anonimizzazione, il blocco, l’aggiornamento, la rettificazione o l’integrazione dei medesimi, nonché della facoltà di opporsi gratuitamente al trattamento dei dati. Sono altresì informati del fatto che il titolare dei dati è Paolo Michelotto -Via Unione 32 B – 38068 Rovereto (TN).

Referendum comunali senza quorum? Presto la raccolta firme per ottenerli


Copiamo e incolliamo dalla fonte:
Corriere di Sesto

Da Dario Rinco riceviamo e pubblichiamo:

Spett.le redazione
vi comunichiamo che il comitato promotore ha depositato il giorno 23 aprile 2012, all’ufficio protocollo del Comune, la documentazione per la richiesta di indire un referendum abrogativo per l’eliminazione del quorum previsto nel “regolamento comunale per la consultazione dei cittadini ed i referendum”.

Sentire le risposte date, ieri sera 1 maggio 2012 presso spazio arte, dai candidati sindaci sui limiti della partecipazione dei cittadini previsti dallo statuto comunale, attendiamo tutti coloro che si sono dichiarati favorevoli all’azzeramento del quorum a sostenerci nella fase di raccolta firme, necessaria per completare la richiesta di indire la consultazione popolare, che inizierà non appena riceveremo i relativi moduli vidimati dal segretario generale del comune di Sesto San Giovanni.

Queste le argomentazioni a supporto del referendum abrogativo:

Argomentazioni per la richiesta di referendum abrogativo del quorum di partecipazione nei referendum:

Il “quorum” della partecipazione del 50%+1 degli aventi diritto al voto per la validità del referendum, snatura il concetto di Democrazia che si basa sul governo diretto della maggioranza dei cittadini sovrani e responsabili, che partecipano su un piano di parità alle scelte di governo (Autogoverno) e non sui non partecipanti, essendo il Comune di Sesto San Giovanni una ASSOCIAZIONE DI CITTADINI SOVRANI . Il quorum del 50%+1 è chiaramente indicativo della volontà dei partiti di porre ostacoli ingiustificati all’accertamento della volontà della maggioranza dei Cittadini sovrani e responsabili che intendono partecipare al governo della Comunità, in quanto ASSOCIAZIONE giuridica volontaria, e non feudo di partiti. Il quorum per la validità delle consultazioni, del resto, non esiste per l’elezione del sindaco e dei consiglieri comunali, né per le elezioni politiche o amministrative. Questo dimostra che quando si tratta di partiti e non di cittadini, si può governare con percentuali di consenso inferiori al 50% degli aventi diritto al voto. Pretendere quindi un’affluenza del 50% + 1 dei votanti, affinché la consultazione referendaria possa considerarsi valida, equivale a conferire un ingiustificato potere giuridico ai non partecipanti al referendum stesso, il che, come dovrebbe essere noto ad ognuno, è il contrario dello spirito della Democrazia ed una palese violazione del libero esercizio di un diritto naturale costituzionalmente sancito dalla Costituzione che recita : “La Sovranità appartiene al popolo….”.

E’ necessario considerare che l’elettorato, prendendo coscienza che una piccola minoranza potrebbe incidere su deliberazioni importanti che lo riguardano, con molta probabilità si guarderebbe bene dal disertare le urne e diventerebbe maggiormente responsabile delle scelte compiute nell’interesse della collettività.

In Democrazia il voto non è la firma di una cambiale in bianco da parte degli aventi diritto nei confronti dei rappresentanti per la durata della legislatura, ma un mandato revocabile di rappresentanza in cui i Cittadini riservano per sé un potere maggiore di quello che conferiscono agli eletti (contratto politico o di federazione). Considerato poi che i cittadini eleggono, e pagano, un Sindaco e relativi Assessori e Consiglieri comunali per delegare loro alcune decisioni, costoro non possono arrogarsi il potere di deliberare anche quando gli elettori, attraverso il referendum, intendono decidere da sé.
Infatti, se un referendum è abrogativo o consultivo o propositivo lascia successivamente il dibattito e la conseguente votazione al Consiglio, questo, come ampiamente dimostrato a livello nazionale, può anche deliberare in senso opposto al risultato del referendum, violando la Sovranità popolare garantita dall’art. 1 comma 2 della Costituzione.
Ancor più importante: poiché i Cittadini che votano un referendum si trasformano, per quel progetto ed in quel momento, in legislatori (Democrazia = governo del popolo), può esserci qualcun altro che dibatte e delibera, dopo di loro, su quell’argomento?

Va infine rilevato che, ratificando obbligatoriamente i consiglieri il risultato del referendum, formalmente la decisione è loro. Non si contravviene quindi a nessun dettame di legge. Soprattutto è fatto salvo anche il principio di “rappresentatività” così caro all’attuale ordinamento. Infatti, quale migliore modo di deliberare da parte dei rappresentanti dell’elettorato, se non in sintonia con quanto ha espresso la maggioranza del corpo elettorale.

E’ interessante notare che per la validità dei referendum costituzionali non è stata subordinata, dai padri costituenti, a nessun quorum di partecipazione, vale a dire che contano i “SI’” e i “NO” a prescindere dalla validità dei votanti. Contano, come è giusto che sia, solo i cittadini che si sono informati, che hanno dedicato tempo ed energie a comprendere il testo che viene loro sottoposto e che decidono di andare a votare. Il premio che gli elettori informati e consapevoli ottengono è che il loro voto non può essere sconfitto dall’astensionismo, più o meno furbesco, di elettori disinteressati, apatici, indifferenti oppure opportunisti, che contano sull’astensionismo fisiologico di chi, per varie ragioni, non può e non riesce a esprimere il suo voto.

E’ evidente che gli oppositori di un qualsiasi quesito referendario hanno gioco facile. E’ loro sufficiente invitare gli elettori all’astensione e, con un tasso abituale di astensionismo che è intorno al 25%, basta convincere poco più di un altro 25% degli elettori a non recarsi alle urne per impedire il conseguimento del quorum. In questo modo gli elettori astensionisti espropriano gli elettori partecipanti e condannano il referendum all’irrilevanza politica con conseguenze complessivamente negative per la democrazia. Un referendum con un quorum è da ritenersi uno strumento spuntato la cui sostanziale inutilizzabilità impoverisce la democrazia. L’ultimo referendum del 1° aprile 2012 a Cusano Milanino, dove sindaco e consiglieri di maggioranza invitavano i cittadini all’astensione, ne è un esempio.

In Italia esistono decine di comuni che da anni hanno adeguato il proprio statuto comunale azzerando il quorum per i referendum (il primo è stato Ortisei (Bolzano) nel 2006) o che prevedono un quorum basso (ad esempio come a Caronno Pertusella (Varese) 10%) . Il 20 gennaio 2012 il comune di Sassello (Savona) si è aggiunto a questa lista togliendo il quorum dai referendum. Certo un conto è lavorare in un piccolo Comune, un altro in un Comune come Sesto San Giovanni che conta oltre 60.000 iscritti alle liste elettorali. Questo è vero, ma quel che conta è se c’è o meno la volontà di venire incontro ai cittadini, di volerli ascoltare e far sì che riprendano ad aver fiducia nelle istituzioni.

Restando a vostra disposizione per maggiori informazioni e/o chiarimenti al n. 02 24309685, cogliamo l’occasione per poregre distinti saluti.

Dario Rinco
coordinatore comitato referendario

1 mag 2012

Iniziare a dettare le vostri condizioni a chi vi cerca il voto (di Andrea Carbonaro)


Leggo e diffondo una nota, e relativi commenti,  scritta da un amico su piattaforma Facebook:


Chiedete a chi si candida nella vostra città che contrattualizzi il programma politico con gli elettori dichiarando che proporrà in sede consiliare che vengano introdotti nello Statuto comunale referendum propositivi, abrogativi e confermativi senza quorum entro il tempo massimo di un anno, pena le dimissioni spontanee se non potesse dimostrare di avere fatto il possibile perché questo fosse la priorità assoluta da discutere. Prendere o lasciare.

Deve mettere tutto per iscritto nel programma.

Fatelo.
____


a questa richiesta un candidato alle amministrative ha risposto:

"Questo somiglia più ad un ricatto che ad un accordo."

e questa è la risposta dell'amico Andrea:

"A mio avviso dovrebbe essere interpretato come consapevolezza che in democrazia sono i cittadini ad essere sovrani ed i loro rappresentanti dei delegati subalterni al sovrano. La nostra stessa carta costituzionale prevede che la sovranità appartiene ai cittadini (e non ai loro rappresentanti) e che i cittadini esercitano la loro sovranità nei limiti della Costituzione e non nei limiti imposti dai suoi rappresentanti. Finora, quindi, sono sempre stati i cittadini sotto continuo ricatto degli eletti."

Ulteriore risposta del candidato:

"Bisognerebbe che il Sovrano sapesse fare il Sovrano. E finora non ha dato prova di regalità. Cordiali saluti"

E questa ulteriore replica dell'amico Andrea:

"Ma se gli mettete il bastone tra le ruote e la casta intera si è appropriata dei media ed ha messo degli ostacoli a tutte le forme di referendum come fà il sovrano ?, andando a votare ?, allora queste sono le condizioni, allora che fà ?
Lei sa cosa recita l'art. 6 della legge 142/90 ? ancora in vigore e perfezionato dall'art. 8 Dlgs 267/00 ?Cosa intende fare Lei per promuovere la partecipazione dei cittadini ? Se non si creano mai piattaforme e metodi di partecipazione popolare i principali oppositori alla sovranità popolare sono coloro che dovrebbero agevolarla e non lo fanno ... cosa ne pensa ? La legge citata non è rivolta ai cittadini ... ma agli amministratori comunali... capisce adesso il senso della nota che lei ritiene un ricatto ?"




Bruno Aprile
chi si presenta alle elezioni dimostra il senso della democrazia che ha accettando questo concetto ... c'è poco da fare ... e per dimostrare questo concetto è sufficiente che si impegni nel modo suggerito.


Sambito Giovanni condivido in pieno


Bruno Aprile 
come vedi, Andrea, al di la dei motivi che spingono molti di coloro che si candidano, pretendendo i voti perché si sentono evidentemente migliori di altri, non entra proprio nel cervello il concetto di democrazia e sovranità ... sembrano ciechi.


Andrea Carbonaro
Hanno paura della democrazia e sovranità.


Sambito Giovanni ma ... soprattutto non vogliono che il sistema cambia.


Bruno Aprile
Ovvio Giovanni... fino a che alcuni si sentiranno sempre più furbi di altri e vedranno una piccola opportunità per entrare in un sistema che cambierebbe la vita soltanto a loro avranno sempre tutto l'interesse a che nulla cambi.


Sambito Giovanni guarda bruno io vivo fuori l'italia ... ma molta gente e stata fuori ...dalle mie parti ....non hanno imparato nulla ... per questo loro vinceranno ... sempre.


Bruno Aprile
vedrai che a forza di prendere legnate nei denti e guerre tra poveri saranno costretti ad imparare... questione di tempo Giovanni.


Sambito Giovanni
quando la gente va a votare ... i lecchini sono tutti la ... davanti ... o vicino alle sezioni ... ti sanno dire DI PRECISO IN QUALE SEZIONE HAI VOTATO ... e CHI ... al 100 per 100 ... questo disturba e fa pressione ... non credi ?


Bruno Aprile https://www.facebook.com/photo.php?fbid=320734177982426&set=a.297676983621479.77277.208145419241303&type=3&theater




Giovanni Sandi
chi si candida dovrebbe avere un programma molto semplice fatto di 10 parole: "il programma e' l'espressione della volonta' generale degli elettori". Molto semplice, ma inapplicabile da candidati disonesti dal momento che il candidato rappresentante del popolo non decidera' nulla e sara' isolato dai propri interessi personali. :)


Andrea Carbonaro
Allora niente voto per nessuno chi non accetta le condizioni della nota.


Bruno Aprile
il programma dovrebbe essere l'intenzione del candidato, o meglio del suo gruppo, che dia delle garanzie di fattibilità di quanto si propone in esso, a vantaggio della collettività ed in armonia con il concetto di democrazia.  Il singolo candidato è spesso consapevole che da solo o con l'intero suo gruppo poco può fare con un sistema puramente basato sull'onnipotenza delle rappresentanze ... quindi o fa il furbo o non ha capito ancora nulla di come funziona il sistema rappresentativo (specie quello italico).
Ricapitoliamo:
- I cittadini non conoscono la Costituzione e la Legge sui diritti di partecipazione alla politica e quando glieli esponi "fanno finta di nulla" e non danno risposte.
- Chi si candida fa la stessa cosa.
- Chi è già dentro alle amministrazioni fa la stessa cosa.
Poi alcuni dicono che mi incazzo facilmente.
DI QUALE CAZZO DI DEMOCRAZIA PARLANO TUTTI COLORO CHE NON FANNO ALTRO CHE PIANGERE E LAMENTARSI ?

Il popolo sta avanzando verso la luce ?


23 apr 2012

Iniziativa Quorum Zero... - Terzo banchetto raccolta firme a Marsala

Ottimo risultato ancora a Marsala con 124 firme raccolte ieri 21 aprile.


Il gruppo formato da Giuseppina Cassini e Mario Mangogna, con la collaborazione di Ornella Cialona, Luana Saturnino e Rosario Grammatico, sta tenendo la media di 100 firme a banchetto.


Un ringraziamento anche ai marsalesi che hanno dimostrato di avere recepito e condiviso lo spirito dell'iniziativa.

14 apr 2012

Iniziativa Quorum Zero... - Secondo banchetto raccolta firme a Marsala

Il gruppo ha raccolto ben 97 firme nella sola giornata di oggi. 



Giuseppina Cassini - referente CCDD Regione Sicilia

Giuseppina Cassini e Mario Mangogna

Luana Saturnino (volontaria e simpatizzante CCDD) e Mario Mangogna






Iniziativa Quorum Zero... - Secondo banchetto raccolta firme in Alessandria





Prima firma

Il Consigliere comunale Paolo Bellotti


13 apr 2012

Quorum Zero e Più Democrazia - Prima giornata nazionale


Domani 14 aprile 2012


alla prima giornata nazionale di raccolta firme a sostegno dell'iniziativa popolare "Quorum Zero e Più Democrazia",


il CCDD ha previsto i punti di raccolta firme nelle città di:






Marsala (TP) - in Piazza Dittatura Garibaldina (v.no Piazza Loggia) - dalle 9:00 alle 19:00






Alessandria - in Piazza Garibaldi (ang. lo Corso Roma) dalle 9:00 alle 18:30
con la collaborazione di "Sovranità Popolare Alessandria"







Amministrative comunali

Basta chiacchiere.... 
un detto dice che: "Verba volant Scripta manent" 
Bisogna che chi si presenta alla elezioni amministrative impari a CONTRATTUALIZZARE il programma politico, ovvero scelga pochi punti che sa di poter seguire (troppi punti hanno il solito sapore di Demagogia) e si impegni, dichiarandolo per iscritto, a dimettersi spontaneamente una volta che non abbia dimostrato ampiamente di essersi dedicato ai punti programmatici presentati in campagna elettorale.

Se la gente non crede più a nessuno una ragione ci sarà pure e credo che occorra dare qualche garanzia in più per convincere coloro che non votano più.

I soliti programmi, più o meno uguali che tutti i partiti e liste civiche (sganciate dai partiti ?) propongono, sono prolissi e nessuno è mai riuscito a concretizzarli ... e le solite frasi fatte "però ci abbiamo provato" non giustificano più i fallimenti ed il peggioramento del tenore di vita di molti cittadini.

Esiste una legge da 21 ANNI che impone ai Comuni di inserire negli Statuti comunali strumenti di partecipazione popolare e di democrazia diretta e tali strumenti spesso introdotti negli Statuti in qualche modo sono inutilizzabili per la mancanza dei Regolamenti attuativi richiamati negli Statuti stessi.

Se la politica di pochi eletti NON riesce a concretizzare le promesse è evidente che i poteri in gioco sono troppo forti e soltanto il popolo, esercitando DIRETTAMENTE la sua sovranità, può ostacolare le lobbies e tali poteri forti.

Nei programmi politici occorre quindi:
specificare CHIARAMENTE l'intenzione di introdurre forti strumenti di democrazia diretta come i referendum di iniziativa e di revisione SENZA QUORUM !

Tutto il resto è fuffa.




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